Highlights

RECENSIONE: Operation: Mindcrime The Key (Frontiers Records 2015)


Operation: Mindcrime The Key  (Frontiers Records 2015)
     
L'abbandono di Geoff Tate o la sua "cacciata" dai Queensryche  (ci sono sue versioni contrastanti e opinabili in merito) da parte dei suoi ex compagni di ventura,  poco conta per il sottoscritto, in quanto fan accanito da sempre della band prog metal americana, ma in  particolar modo di Geoff Tate che ho sempre considerato uno dei più grandi vocalist e frontman che il panorama metal abbia mai generato.
Gli screzi e i dissapori erano emersi da anni per via anche delle scelte musicali su cui orientare i Queensryche del futuro, e non trovando un punto d incontro, si sono inevitabilmente separate le strade.
Ma alla luce di questo nuovo progetto solista di Tate denominato Operation:Mindcrime che guarda caso si rifà al capolavoro assoluto dei Queensryche, sia da un punto di vista nominativo che musicale a mio parere questo suo progetto risulta credibile.
"The Key" il titolo scelto per questa prima release, prosegue in modo più introspettivo, più oscuro e se volete più "sperimentale" quel concept album che fu Operation :Mindcrime  a fine degli anni ottanta.
Atmosfere lente e cupe, quasi malsane, si intersecano ad arte con  momenti di esplosione sonora, il tutto impreziosito dalla splendida voce di Geoff Tate, capace di cambiare timbrica e tonalità vocale con una facilità disarmante.
"Burn" (non è la cover dei Deep Purple) pezzo apripista si presenta subito minacciosa con una "vocina" che sussurra le prime parole minacciose che caratterizzano tutta l'opera di "The Key"....psicopatici,  serial killer, minacce di morte e riflessioni su di essa, sono i personaggi e le tematiche che troverete in questo vero e proprio "concept album".
" Re - inventig the future"  e " The stranger" sono senza alcun dubbio i pezzi migliori del disco, mentre " Hearning voices" quella più heavy e diretta  e più Queensryche vecchia maniera .
"The fall" pezzo che chiude "The  Key" è un altro esempio di come melodia e sperimentazione possano vivere armoniosamente, senza appesantire e stancare l'ascoltatore.
Da segnalare anche il grande lavoro e supporto tecnico che hanno dato tutti i strumentisti di altissimo livello di cui è stato bravo e fortunato circondarsi Tate.
Senza questo valore aggiunto l'album non avrebbe decollato nonostante la sua classe  e capacità interpretative sconosciute a molti "comuni mortali".
Un gran bel disco, la riconferma di un artista che non molla un centimetro e un applauso alla Frontiers per aver creduto in questo progetto.
Un ascolto non facile, non immediato e per alcuni difficilmente assimilabile e digeribile sicuramente.
Ma chi ama la musica di qualità e non banale non potrà rimanere indifferente all ascolto di "The Key"



VEDI il Live Report del recente concerto del 05 Dicembre 2015






Commenti

Posta un commento